Il mio primo top-down

Non ho idea di quando ho cominciato a lavorare a maglia, mi ricordo che ero piccola, e le prime lezioni che mia nonna impartì a me e mia cugina in una vacanza estiva con le dita sudate per la lana e i ferri grossi, ma da quella prima sciarpa storta a legaccio non ho praticamente mai smesso. Ho fatto l’università presentandomi agli esami con il maglione tricottato mentre studiavo, ritenendo che mi portasse fortuna (e lo faceva). Ho alternato con un po’ di uncinetto, di cucito, di ricamo ma nessuna di queste attività la riesco a fare mentre leggo e quindi qualcosa sui ferri lo devo sempre comunque avere. Ho quasi smesso dopo la nascita del Primogenito, tra allattamento e attività marsupiale sarebbe stata davvero dura. Non avevo mai ripreso come un tempo, per svariati motivi, tra cui la scusa della mancanza di tempo e solo quest’inverno ho capito quanto mi mancasse. Perché per me la maglia è spazio frivolo, geometrico, meditativo, che mi da una pausa dai miei tic, che mentre faccio e disfo mi mette a posto il filo dei pensieri, che mi fa venire voglia di leggere come leggere mi fa venire voglia di prendere i ferri, che mi rasserena.

Ed è anche spazio avventuroso, perché molto raramente seguo modelli già fatti, proprio perché per me è un modo per sperimentare, in cui in genere la materia prima da il là ad un’idea che poi l’esecuzione rende in forme nuove, a volte migliori dello spunto iniziale, a volte meritevoli… di essere disfatte.

L’estate è un tempo difficile per la produzione ma ottimo per gli esperimenti. Da quando ho scoperto il mondo-maglia su internet mi si è aperta una nuova dimensione del tricot, e ho una voglia matta di sperimentare tutte le nuove tecniche che ho scoperto. Un po’ a caso, lo ammetto, proprio per la mia scarsissima attitudine a seguire modelli, e poi vedremo i risultati, si vive per fare esperienze in fondo.

Per farla breve, ecco il mio primo minicardigan con tecnica top-down, e lavorato in un unico pezzo. Poi qualcuno mi spiegherà come Barbara Walker davvero possa pensare di misurarlo in corso d’opera ma il fatto di lavorare in questa maniera mi ha davvero divertito. Certo è venuto un po’ striminzito, ma avevo solo 3 gomitoli di baby ixia melange comprati in offerta e mi dovevano bastare. La soddisfazione finale di averlo realizzato con meno di 10 euro mi fa dire che lo volevo proprio così very fitted.

E visto che è un modello esclusivo, ha bisogno di un nome, quindi l’ho chiamato Sorbetto. Se qualcuno è interessato posso mettere giù il pattern ma essendo un esperimento mi sembra un po’ pretenzioso che qualcuno davvero lo voglia copiare.

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  1. #1 by Bee on August 30, 2010 - 7:40 pm

    e’ bellissmo!!
    Mi piace la fantasia di colore e anche il fatto che sia “fitted”. Io non sono molto brava a fare maglia, ma e’ un modello che mi piacerebbe provare a realizzare.

    A parte questo, volevo anche dirti che mi piace molto questo tuo blog (e anche l’altro); leggo sempre anche se non ho mai commentato.

    • #2 by Lisa on August 31, 2010 - 4:09 pm

      Grazie Bee, sono molto contenta di conoscerti! Il modello in realtà è molto semplice, solo che temo di non riuscire a regolarlo sulle diverse misure. Adesso ci studio un po’ e prometto lo schema in breve tempo.

  2. #3 by Michy on August 31, 2010 - 12:24 pm

    e invece io lo voglio il pattern ( che immagino sia lo schema!) perchè….lo voglio passare a mia suocera, a cui da anni chiedo che faccia qualcosa per me e non solo per i bimbi, e le dico sempre che io lo vorrei con lana/cotone da bimbi e stretto e piccolo ( e così non ha scuse dicendo che la misura da grande è troppo lungo da fare!!!)

    Lisa, comunque questo blog schifosamente buonista mi fa sentire sempre più schifosamente incapace di fare qualcosa di pratico. Che non sia cucinare.

    • #4 by Lisa on August 31, 2010 - 4:12 pm

      Dai Michy, che dici, solo perché lavoro anche a maglia? Provo a metterlo giù lo schema, però poi voglio la foto quando tua suocera lo finisce! Si fa molto veloce, anche perché una volta finito non va cucito, serve solo mettere i bottoni. Appena torno a Bologna mi ci dedico.

  3. #5 by Michy on September 1, 2010 - 12:42 pm

    Lavorare a maglia mi sembra una cosa così impossibile…e comunque sì, sei brava, perchè fai ANCHE quello. Come se facessi poco…

  4. #6 by Simona Lunardi on April 24, 2015 - 9:07 am

    Complimenti, anche se non segui uno schema.i tuoi lavori sono riusciti una meraviglia. Anch’io vorrei provare questa tecnica top down infatti ho anche acquistato due schemi l’altra estate in vacanza i un marlengo hotel, una giacca circolare e una tunica a maniche corte, ma non ho ancora il coraggio di iniziare. Leggendo qui capisco che non è poi cos`difficile, anzi ancora più facile dei modelli tradizionali e poi non ci sono cuciture…che bellezza, odio cucire i capi di lana, per questo preferisco quasi sempre fare gli scialli.

  1. Lo stretto indispensabile

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