Chiamala, se vuoi, Provvidenza

E’ una vita che non compro più riviste di moda ma non è che non mi piacciano. Sono però carta da buttare, non vedo nessuna ragione civile o morale per modificare radicalmente il mio guardaroba a seconda delle ultime tendenze della stagione e la magrezza delle modelle mi fa fare mediamente brutti pensieri, tipo prendere un imbuto gigante per obbligarle a mangiare. Quindi, niente riviste.

In compenso, seguo svariati blog di quelle che si dice siano fashion blogger e che ai miei occhi sono ragazze simpatiche che commentano, raccolgono fotografie per il web e  immortalano le loro mise preferite e che alla fine dei conti mi fanno fare varie riflessioni sul senso del vestirsi e dell’acquistare abiti. Perché, che si tratti di potevofarelamodellaeinvecehostudiato, di appassionate di vintage o di fashion victim presenti ad ogni incontro modaiolo, seguendole per un certo periodo quando ritorno regolarmente sui loro blog alla fine rimane un’impressione fortissima: che si vestano alla fine sempre più o meno allo stesso modo.

O, altrimenti detto, hanno uno stile molto ben definito. Ma allora, è poi così necessario comprare comprare comprare se costoro, che a volte si lamentano di non resistere agli acquisti e non avere più il minimo posto nell’armadio, danno invece un’idea così chiaramente precisa del loro modo di presentarsi? Perché alla fine, se sei tipa da minigonna e ballerine, puoi anche prenderle argentate o verdi a pois rosa, e variare con short e minidress, ma sempre l’idea che sei una da minigonna e ballerine rimane. Ed è pure una cosa positiva.

D’altro canto tornare nei loro blog è rassicurante. Vedi che anche quando sono in auge i tacchi sottili c’è chi se ne frega e chi li incorpora nel proprio stile, che se va il color blocking alla fine basta aggiungere un paio di ballerine rosse per fare l’affare, che il verde e l’azzurro sono deliziosi insieme e il rosso e il rosa ancora di più. E che forse davvero un guardaroba limitato allo stretto indispensabile, basta che sia azzeccato, e poche innovazioni ogni tanto può essere più che sufficiente per un’immagine varia, riconoscibile e curata, che sia gradita a te e a chi ti circonda. Perché sarà pur vero che è importante essere belli dentro, ma di tutta questa bellezza interiore forse qualcosina si potrà anche manifestare nell’accostamento dei colori e del tipo di capi scelti.

Uscendo dalla filosofia, io spesso vado a leggere Trashic, lì portata soprattutto dalla simpatia di Barbara e Caia, che sono donne assolutamente normali e prendono la moda con ironia e concretezza. Che vuol dire anche non spenderci troppi soldi, non comprare troppe cose e non esserne ossessionate. Ora sto seguendo le pratiche lezioni di stile di Caia, all’insegna del Less is more, che è sempre un buon biglietto da visita per me.  E lei mi ha convinto a riarchiviare lo zainetto, anzi, reinterpreto, riservare ai weekend rilassati i miei pratici zainetti, ritornati in auge dopo la nascita del Piccolo Guascone per l’esigenza di avere le mani sempre libere con due bimbi da riacciuffare, e passare nuovamente alle borse, più adatte forse al mio abbigliamento da lavoro (no, non quello a casa di fronte al computer, quello in cui devo andare in giro a parlare con la gente).

Il problema è che io di borse sufficientemente grandi per mettere il kindle, il lavoro a maglia, fazzoletti da naso in morbido tessuto nella loro apposita bustina, salviette, minitrusse da trucco improvvisato, cartelle di documenti, buoni sconto dei supermercati e le borse della spesa riutilizzabili non ne avevo. Perché la riduzione dell’usa e getta e portarsi sempre i propri hobby dietro hanno la loro tassa da pagare in spazio fisico.

Vado a vedere su Yoox, che ci sono i saldi fino all’85% e trovo una borsa arancione, capiente il giusto, di Gattinoni, a un quinto del suo prezzo. Starebbe benissimo con il mio citron, mi piace e mi pare un affare. Visto che ci sono infilo nel carrello virtuale anche un levi’s scontatissimo e un altro paio di cosine. Poi mi fermo. Vado a vedere lo stato di conto corrente e carta di credito e vedo che stiamo sforando il budget mensile. A malincuore chiudo la pagina e lascio scadere il carrello. Niente da fare, i tempi sono di magra e lo zainetto può fungere alla bisogna per un altro po’.

Fine prima scena. La seconda comincia il giorno dopo nel mio garage, in cui avevo accumulato delle cassette di legno delle arance acquistate con il GAS l’anno scorso. Dato che dovevo passare vicino a casa di un’amica (tra l’altro, un reale esempio di less is more vivente) a cui in genere le porto d’inverno per alimentare il suo camino, le carico in macchina, sento se è in casa e le consegno. Dopo le inevitabili piacevoli chiacchiere, mentre sto per uscire lei mi fa “Non è che ti serve una borsa?”. E mi fa vedere una borsa color melanzana, graziosa e capiente e che potrebbe aprire un proficuo dialogo con la mia sciarpa nei toni del viola. “Me l’hanno regalata, non mi serve e mi occupa posto nell’armadio e non mi fa trovare le cose che mi servono e mi piacciono” (impara, Lisa, impara). Un po’ meravigliata e molto felice ho in pratica barattato le mie cassette di legno con quella borsa che andava a soddisfare una delle poche esigenze del mio guardaroba. A volte bisogna avere almeno un po’ di bisogno, un piccolo vuoto, per vivere un po’ lo stupore dei perfetti incastri che la vita ti riserva.

  1. #1 by caia coconi on October 6, 2011 - 9:53 am

    questa si che e’ provvidenza!!! a me quelle cose capitano quando vado da mia madre e mia sorella. ogni tanto appaiono cose “vecchie” o loro acquisti sbagliati e io acchiappo 🙂
    e copincollo l’ultima frase, un mantra per me.
    “A volte bisogna avere almeno un po’ di bisogno, un piccolo vuoto, per vivere un po’ lo stupore dei perfetti incastri che la vita ti riserva.”
    lo stupore. che sarebbe la vita senza quell’emozione li?

    • #2 by Lisa on October 7, 2011 - 9:19 am

      Avrei dovuto togliere il secondo “un po'” da quella frase lì, minimizzo sempre. La felicità non era tanto per la borsa quanto per questa strana matematica per cui tu fai la tua parte e, improvvisamente, vedi che tutto torna anche se non dovrebbe. Si, bisognerebbe svegliarsi la mattina sempre disposti a stupirsi, hai ragione. 🙂

  2. #3 by Robin on October 6, 2011 - 11:03 am

    Ormai di fashion blogger ne seguo pochissime: le altre mi hanno stufato con le loro pose imbronciate e i piedi convergenti!

    Discorso borse: che va bene per le mie esigenze attuali ne ho solo una o due, ne avrei un armadio da regalare, devo solo decidermi a fare una garage sale o qualcosa del genere!

    • #4 by Lisa on October 7, 2011 - 9:22 am

      Alcune fashion blogger che sbircio non hanno molto a vedere con il mio modo di vestire, quindi mi sono chiesta come mai alla fine ci torno. E penso proprio che sia per vedere emergere la personalità dietro i piedi convergenti e le pose imbronciate. Poi io giro spesso su quelle meno in auge, che vestono vintage oppure hanno un modo simpatico di presentarsi.
      Per le borse… bella l’idea della garage sale!!

  3. #5 by carlottalittlekitchen on October 6, 2011 - 2:31 pm

    sei troppo forte! Leggerti é un vero spasso. E poi la pensiamo allo stesso modo. Noi di Congusto organizziamo ogni anno un atelier del vintage: e va molto bene. Disfarsi delle proprie cose, barattarle e guadarsi qualche cosina. W il riciclo eticamente corretto!

    • #6 by Lisa on October 7, 2011 - 9:24 am

      Sono davvero carini questi eventi! Io sto facendo man mano una pila delle cose che non metto, alcune praticamente nuove. Voglio mettere subito in pratica la lezione.

  4. #7 by katia on October 9, 2011 - 3:01 pm

    ciao! sapessi che giri ci sono qui, tra amici, parenti e sconosciuti:) w il riciclo!!!

    • #8 by Lisa on October 12, 2011 - 4:38 pm

      Sana abitudine, già. 🙂

  5. #9 by Tibisay on October 11, 2011 - 9:08 am

    Dannata provvidenza, mai una volta che capiti dalle mie parti!!!

    • #10 by Lisa on October 12, 2011 - 4:38 pm

      Troppo cachemire da quelle parti! 😉

  6. #11 by L'armadio del delitto on October 12, 2011 - 2:29 pm

    Ultimamente sono passata dalle riviste di moda a quelle di case, mi interessano molto di più.
    Per quanto riguarda i blog di pura moda (non vintage, non stile super personale, e non testi interessanti), non serve leggerli visto che sono tutti uguali. Vado solo su Blue is in Fashion this year, che fa dei collage stupendi ed è simpaticissima, e in un minuto al giorno seguo le tendenze. Poi leggo una quantità incredibile di blog di vintage o di moda illustrata, questi sono una droga!

    • #12 by Lisa on October 12, 2011 - 4:38 pm

      Ci darò un’occhiata, grazie!

  7. #13 by Claudia on September 23, 2013 - 12:13 pm

    se devi riciclare delle riviste di moda (non che le devi comprare apposta, eh!) che non vuoi buttare o che ti passano da guardare prima di farle finire nella carta, usa le pagine che ti piacciono di più come carta per impacchettare qualche pensierino (dello scatolone regalone)…..io alcune le avevo pure piegate a metà, cucite nei bordi a macchina e usate come bustine per dei bijoux di autoproduzione, fanno un bell’effetto!
    C

    • #14 by Lisa on September 24, 2013 - 9:31 pm

      Ma sei una miniera di consigli, Claudia!

  1. Non cambiare « Lo stretto indispensabile
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