La forza di camminare

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Sono stata malata. Niente di grave, un virus talmente fastidioso che il primo giorno facevo fatica a stare in piedi, arrivato dopo alcune settimane di lavoro intenso su un fisico che stava soffrendo il cambio di stagione e i ritmi serrati. La febbre si è prolungata più di quanto fosse concesso dalla mia agenda per cui sono tornata alle normali e straordinarie incombenze prima che mi fossi ripresa, con il risultato di febbre serale e tosse insistente che si trascinano ancora oggi. Lunedì vado dal dottore, non vi preoccupate, stavolta mi curerò con più criterio.

Oltre alla prostrazione fisica questa malattia mi ha portato prostrazione psicologica, tanto che, appena mi fermavo dalle corse quotidiane, occupavo il mio tempo piangendo. Non era cambiato nulla di sostanziale dalla settimana prima, stesse preoccupazioni, stesse sfide, stesso quotidiano. Eppure ero preda di una tristezza profonda che non riuscivo a far passare. L’ho visto capitare ad altre persone, una depressione associata ad un senso di debolezza dopo una malattia un po’ più invasiva del solito ma per me era la prima volta.

Dopo 3 giorni di questa routine, lavoro pianto pianto lavoro e occasionali litigate con il resto del mondo che non capiva me e i miei drammi, ero davanti a quei punti di svolta della vita di tutti i giorni: il pavimento del mio appartamento da lavare. Non c’era nessun altro che poteva fare quel lavoro in quel momento e dovevo pulire quella patina grigia lasciata sul parquet  da una settimana di malattia e riorganizzazione straordinaria per andare avanti perché di lì a poco sarebbe passata una persona.

Ho posato lo straccio umido in terra e ho cominciato a strofinare, concentrandomi per trovare da qualche parte la forza per non sentirla l’incombenza più pesante dell’universo. Mi è venuta in mente una frase di San Paolo “E’ quando sono debole che sono forte”, che poi è un concetto che con diverse sfumature si trova in diverse religioni e filosofie. Altre volte mi era servita in momenti in cui le energie sembravano abbandonarmi ma questa volta suonava vuota di significato. Ho cominciato a ripeterla come un mantra mentre lo straccio scorreva per terra e io andavo comunque avanti lentamente ma affrontando man mano nuove zone della casa.

Ho pensato come a volte può essere difficile fare un passo in avanti. Camminare è un’azione molto complicata, in fondo si mettono in moto muscoli di tutto il corpo, equilibrio e volontà. Ci viene facile perché fin da piccoli mettiamo un passo davanti all’altro ma ci sono momenti in cui lo diamo meno per scontato. La mia forza nella debolezza può essere continuare a camminare.

Quel giorno ho poi incontrato tante persone con delle storie complicate, che richiedono molta forza, davanti a cui affrontare un pavimento da lavare è veramente un’impresa ridicola. Ma anche per loro mettere un passo davanti all’altro diventa la loro forza.

Oggi non ho pianto. Ho fatto un po’ di ginnastica, le coccole ai miei figli e messo a posto la cucina. Camminare. Questo pomeriggio ho promesso di fare un gioco “lungo” con loro e ho due o 3 cose di lavoro da finire. Camminare. Ho chiacchierato un po’ con il partenopeo. Stasera taglierò i capelli ai miei uomini piccoli con la macchinetta mentre guardano i cartoni animati.

Camminare. Oggi avevo anche fra le priorità della mia lista scrivere un post per il blog: invece di parlare di estetica del minimalismo, come pensavo, vi lascio questa mia piccola storia che mi viene più urgente da scrivere di tanto altro.

 

  1. #1 by manu on March 30, 2014 - 7:59 pm

    Ti abbraccio ❤ Manu

  2. #2 by ogginientedinuovo on March 31, 2014 - 7:26 am

    Mettere un piede davanti all’altro e camminare. A volte è difficile, molto. Ti capisco. Ma alla fine ce la si fa, come stai facendo tu, con piccoli sforzi, uno dopo l’altro e si ricomincia. Rimettiti presto!

  3. #3 by katia on April 2, 2014 - 1:27 pm

    ciao! non hai idea di come io ti capisca, esco dallo stesso tunnel:)…più grintosa che mai!

  4. #4 by Donella on April 3, 2014 - 12:11 pm

    In bocca al lupo!
    Sei sulla buona strada per riprenderti…
    In generale, quando si sta male, bisognerebbe guardare cosa succede in natura e in particolare cosa fanno gli animali in situazioni analoghe: si fermano e smettono di mangiare; tutt’al più vanno a cercare i fili d’erba che gli fanno bene. Anche per noi un digiuno stando a riposo, bevendo litri di acqua con succo di limone o un semi-digiuno a frutta o succhi sarebbe il toccasana di ogni male, ma più ragionevolmente bastano riposo (= a letto presto, e riposo anche durante il giorno se ce n’è bisogno), frutta e verdura fresca a volontà, idealmente “non-colazione” al mattino con spremute e tanti succhi freschi con la centrifuga – da bere la mattina e durante il giorno – e snack a base di frutta golosa, pasti con verdura fresca come starter o piatto principale, tanta verdura scottata al vapore o cotta in modo intelligente la sera, per saziarci, intestino libero tutti i giorni, vita all’aperto se possibile, ricambio d’aria e un filo d’aria fresca nelle stanze, soprattutto di notte, respirazioni se si ha tempo, sorridere (!).
    Possono sembrare un mucchio di idiozie, ma funzionano… basta provare.
    Leggiti qualcosa sull’igienismo, in francese c’è un sacco di letteratura online.
    Se poi vuoi approfondire, posso darti i riferimenti di un’educatrice alla salute veramente in gamba che conosco e apprezzo da anni e che può darti qualche dritta anche al telefono o su Skype.
    Un abbraccio,
    Donella

  5. #5 by ogginientedinuovo on April 7, 2014 - 6:51 am

    Buongiorno! Spero che ti stia riprendendo. Intanto ti informo che da me c’è un riconoscimento per te 🙂

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